Ecco qualche risonanza sull’incontro, proposto dal Comitato Pace e Cooperazione del Comune di Chieri nell’ambito dell’Educazione alla Legalità, con la magistrata Annamaria Frustaci, del pool antimafia della Procura di Catanzaro, avvenuto il 30 novembre 2022, per presentare il libro per ragazzi da lei scritto “La ragazza che sognava di sconfiggere la mafia”, che è il racconto della sua vita.
Gli allievi delle terze e della seconda D hanno letto il libro e sono stati protagonisti dell’incontro, attraverso la presentazione di lavori da loro preparati come giochi da tavolo, domande e riflessioni, ma anche lasciandosi coinvolgere nel rispondere  alle domande della magistrata, in un dialogo molto interessante e costruttivo.
La magistrata ha detto che per lei l’incontro con i ragazzi è stata una boccata d’ossigeno e una bella speranza per il futuro.

Impressioni, stimoli e giudizi sull’incontro con il magistrato Annamaria Frustaci

 

Scuola Media “Oscar Levi”

30 novembre 2022

 

 

Questo incontro è stato bellissimo. Mi è piaciuto molto il fatto di aver letto il libro e poi averne vista la scrittrice, dal vivo. Devo ammettere che non mi era mai capitato di parlare con l’autrice di un libro che avevo letto, ma soprattutto mi ha colpito che fosse una magistrata.

Ha fatto il suo ingresso seguita da tre persone del Comune che si occupano della pace e della lotta alla mafia, e due uomini che le facevano da scorta. Io ero eccitatissima: non vedevo l’ora di ascoltarla raccontare il suo affascinante mestiere…

E’ stato bellissimo sentire le parole di una persona che combatte contro la mafia e la affronta senza timore.

Una delle domande che le abbiamo posto è stata proprio sulla paura: lei ha risposto che quella è un’emozione importante, non sempre negativa, perchè aiuta a non fare scelte troppo avventate, ma non può e non deve essere una scusa per chiudere gli occhi davanti alla verità.

Ciò che mi è particolarmente piaciuto del libro è che dietro ad ogni personaggio c’è una storia e una parte della vita dell’autrice, con i suoi desideri ed il suo carattere, combattivo e sensibile.

E’ stato davvero eccitante parlare davanti a tutti e soprattutto con la scrittrice.

Infine Annamaria ha autografato tutti i nostri libri, addirittura con l’aggiunta di dedica!

E’ stata una bellissima esperienza, che posso barrare dalla lista delle cose da fare nella vita: incontrare una magistrata, e per di più una scrittrice, dal vivo.

(Arianna Ferrero)

La cosa di lei che mi ha colpito di più è la serenità con cui affronta la vita, nonostante i pericoli costanti che corre. La sua determinazione è la chiave di tutto, ma nei suoi occhi si percepisce comunque una vena di tristezza, di chi è stanco di stare sempre sul chi va là. Mi è piaciuta molto la sua calma, a volte eccessiva, che credo però durante i processi sia risolutiva…

E’ stato bello vedere come tutti i professori abbiano collaborato per rendere possibile l’incontro e trasmettere un solo messaggio importante: la mafia è una bestia che  uccide con la paura.

Ebbene, io penso che se ci fossero più persone come Annamaria, il mondo sarebbe un posto migliore.

(Carlo Grignani)

 

 

Il libro mi ha trasmesso il senso di giustizia, l’importanza di vivere senza paura, di tenere la testa alta nel momento di dover affrontare qualcuno che può intimidire o spaventare; ma anche il valore delle cose, perchè non dobbiamo sempre dare per scontato di avere a disposizione una penna, un quaderno, un libro, visto che, per esempio, alcuni ragazzi sono portati via dal lavoro mafioso e non possono piu’ coltivare la loro istruzione…

Il romanzo mi ha fatto anche riflettere sulle conseguenze che le nostre scelte possono avere sugli altri. Di questo ho parlato anche con mia madre che è siciliana ed è vissuta in una zona in cui la mafia era molto presente…

Ma prima di leggere questo libro, sapevo ben poco di come il comportamento mafioso possa iniziare dai gesti quotidiani.

(Livia Bonelli)

 

 

Ci ha colpito della vita di Annamaria Frustaci il fatto che, nonostante lavorasse come avvocato e fosse ben stipendiata, avesse continuato a studiare per inseguire il suo sogno di diventare magistrato.

Il suo più grande desiderio era quello di sconfiggere la mafia. Tornò quindi nella sua regione di origine, la Calabria, studiando e impegnandosi per molti anni.

Oggi è un magistrato di successo e i suoi sforzi sono la dimostrazione che la giustizia può vincere, per cui, anche se il suo è un lavoro pericoloso, risulta  allo stesso tempo molto soddisfacente.

(Greta Albesano,  Enrica Serain)

 

 

Dell’incontro con il magistrato Annamaria Frustaci, ci ha colpito la sua affermazione  che rispettare le leggi converrebbe a tutti. Per fare ciò sarebbe meglio considerarle non come restrizioni, ma come consigli per vivere meglio.

Inoltre, se a qualsiasi livello all’interno della società si rispettassero le leggi e si prevenissero i reati, le forze dell’ordine e le magistrature sarebbero inutili.

L’educazione alla legalità andrebbe iniziata fin dalla più tenera età, perchè prevenire è meglio che punire.

(Lupo Barbiero e Riccardo Benente)

 

La dottoressa Annamaria Frustaci, magistrato della Procura di Catanzaro, ha risposto alle nostre domande sul libro da lei scritto, basato sulla convinzione che nessuno è condannato alla criminalità, anche se nasce in un luogo dominato da delinquenti.

Un esempio che attesta questo fatto è che, secondo noi, se Lara avesse scritto la lettera a Totò prima che venisse arrestato, forse lui sarebbe cambiato e avrebbe seguito una strada diversa da quella del padre. Questa è la cosa che ci ha colpite di più.

(Sarah Astefanoaie, Emma Favaro, Clarissa Marucci)

L’aspetto che mi ha colpito di più nell’incontro con la magistrata è che la mafia si diffonda di più nei paesi del mondo dove ci sono più soldi.

Infatti in Germania ci sono più soldi rispetto all’Italia e di conseguenza più mafiosi e i maggiori proventi della droga si trovano proprio in Germania.

Ma si sta formando una multinazionale di magistrati per fermare la mafia.

(Lorenzo Tregnago)

 

 

Mi ha colpito che, nonostante i suoi genitori non fossero convinti della stada che Annamaria voleva intraprendere per diventare magistrato e le avessero consigliato di rimanere al Nord con un lavoro ben retribuito ed una situazione tranquilla, lei sia riuscita con determinazione ad andare avanti e a dimostrare che il suo sogno si era realizzato. Dopo molti anni, avendola vista così brava e concentrata, sono rimasti contenti anche loro.

(Maria Maggipinto)

 

 

Mi ha colpito che Annamaria abbia scritto questo libro per la voglia di trasmettere alle persone, e soprattutto ai ragazzi, che tutti possono fare qualcosa contro la disonestà che impongono le mafie.

Mi sono immedesimato in lei quando, raccontando della sua infanzia, dice che le dava fastidio che suo padre non le parlasse delle prepotenze, compiute dalla famiglia mafiosa del paese, perchè la considerava troppo piccola per capirle. Invece lei avrebbe voluto conoscerle tutte e iniziare a  combatterle.

(Paolo De Mita)

 

 

“Non siamo condannati alla criminalità”: questa è la frase che la magistrata Annamaria Frustaci ha scritto alla fine del suo libro, per sensibilizzare i giovani sul tema della mafia.

Nata in un paesino della Calabria, laureata in giurisprudenza, ha voluto seguire l’esempio di magistrati come Gherardo Colombo, Antonino Scopelliti, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino.

Attualmente è impegnata in un maxiprocesso, chiamato “Rinascita Scott” contro la ‘ndrangheta, uno dei più grandi processi italiani di tutti i tempi.

Insiste sempre sul fatto che ciascuna persona, nel suo ruolo, debba fare la sua parte, per costruire una società più giusta ed evitare così che i reati vengano commessi…

(Sophie Ferian)

 

 

Fin da bambina, Annamaria aveva uno spiccato senso della giustizia, derivato da quello che vedeva succedere in paese, dove comandava una famiglia mafiosa, che lucrava con la speculazione edilizia e riscuotendo il “pizzo”. Tutti gli abitanti sembravano esserle sottomessi e l’omertà era predominante.

Forse è stato questo senso di oppressione e di privazione della libertà che ha portato Annamaria sulla strada della giustizia, prima come avvocato e poi come magistrato.

Dall’assenza di una cosa ci rendiamo conto della sua importanza: dall’assenza di giustizia, Annamaria si è accorta della sua importanza, decidendo così di spendere la propria vita a difendere la libertà e la legalità.

(Lupo Barbiero)

 

 

Ci sono dei momenti in cui bisogna ragionare con la propria testa e decidere da che parte stare, ma spesso è difficile. A volte mi sento come le anime dannate nel vestibolo dell’Inferno dantesco: non so mai se stare da una parte o dall’altra…

(Milena Vinciguerra)

 

 

“Non siamo condannati alla criminalità”: è il motto che guida tutti i giorni Annamaria Frustaci, magistrata della procura di Catanzaro, che ha scritto un romanzo in cui racconta la sua vita, tramite il personaggio di Lara.

Nata in un paesino della Calabria (chiamato nel libro San Maurilio) in cui la criminalità era vista come normale, fin da piccola non sopportava la prepotenza.

Aveva tanti sogni e ideali di vita e non era sicura di cosa avrebbe voluto fare da grande, ma era certa di voler continuare a studiare dopo la scuola media e il liceo.

A quattordici anni, visse un momento particolarmente traumatico: Totò, un suo coetaneo al servizio della mafia locale, accoltellò un uomo e venne arrestato. Siccome però Lara, avendo iniziato a dialogare con lui, si era illusa che stesse cambiando, a quel punto cadde in depressione, tanto che non voleva più uscire di casa, neppure per andare a scuola.

Ma proprio un incontro organizzato nel suo Liceo, a cui una delle sue insegnanti riuscì a farla partecipare, le cambiò radicalmente la vita: il magistrato Gherardo Colombo con la sua testimonianza fece scattare dentro di lei il sogno di diventare magistato per risollevare il Paese dalla criminalità.

Ora lavora nel pool anti-mafia di Nicola Gratteri, nella Procura di Catanzaro e sta gestendo, insieme ai suoi colleghi, il maxiprocesso Rinascita-Scott contro la ‘ndrangheta, con piu’ di quattrocento imputati.

Lei è molto felice del lavoro che fa e sopporta anche da due anni di vivere sotto scorta, pur di sconfiggere la mafia.

(Clarissa Marucci)